Neuropsicomotrocità

Psicomotricità per bambini dai 3 ai 6 anni
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Che cos’è la psicomotricità

La pratica psicomotoria si propone come ambiente all’interno del quale l’unità psicosomatica (ossia l’integrazione tra psiche  e soma, mente e corpo) possa gradualmente prendere forma per permettere uno sviluppo armonico e integrale della personalità del bambino tramite la formazione dell’identità e la maturazione psicologica.

Essendo la motricità la principale forma di espressione del bambino, è importante, nell’educazione psicomotoria, riservare uno sguardo attento al corpo. La psicomotricità, infatti, si serve del gioco come strumento grazie al quale  il corpo e l’azione prendono forma, garantendo al bambino delle occasioni per sperimentare il movimento prima
tramite un percorso individuale, e successivamente in relazione all’altro.

Ciò che lo differenzia dal gioco quotidiano del bambino, però, è l’aspetto di progettualità: il praticante viene infatti inserito all’interno di un percorso pensato e adattato in base agli specifici obiettivi individuali, partendo dalla sua iniziativa spontanea.

Lo psicomotricista è la persona che guida l’esperienza,avendo bene a mente le necessità e i bisogni del bambino in ogni sua età di sviluppo. Partendo da questi presupposti, egli organizza un ambiente sicuro e confortevole che garantisce un vissuto positivo. Lo psicomotricista non gioca con il bambino, ma rappresenta un partner simbolico che gli restituisce la sua immagine mentre gioca.

Strutturazione della seduta di neuropsicomotricità

Rituale d'ingresso

i bambini raggiungono la stanza di psicomotricità accompagnati dai genitori. Vengono tolte le scarpe e riposte nell’apposito spazio e indossate le calze antiscivolo.

Via

alla presentazione di un segnale ha inizio il gioco, che può essere spontaneo o parzialmente guidato tramite proposte presentate dallo psicomotricista in linea con gli obiettivi prefissati. Durante il gioco lo psicomotricista è una presenza attiva e sempre in ascolto, che interviene sulla base delle necessità presentate dai singoli bambini. Inoltre, egli favorisce la continuità del gioco, dà significato ad azioni disorganizzate e poco finalizzate, utilizza una comunicazione adattata alle competenze e alle modalità espressive dei bambini fornendo feedback verbali e non, favorisce la collaborazione disincentivando condotte aggressive e di opposizione tra i compagni, fornisce un modello da imitare laddove il bambino trova difficoltà e favorisce la vicinanza fisica ed emotiva ottimale in modo tale da garantire sicurezza e contenimento.

Attività di distanziazione

le attività proposte possono essere differenti a seconda delle caratteristiche del gruppo e degli obiettivi prefissati (lettura del libro, attività grafico-rappresentativa, rilassamento, condivisione degli stati d’animo, etc.). Durante questo momento, il bambino si allontana dal vissuto corporeo per effettuare una prima rielaborazione di quanto sperimentato, permettendo l’interiorizzazione e la successiva rappresentazione mentale del vissuto.

Accoglienza

i bambini si siedono in cerchio per potersi presentare (con il nome o con altre modalità a seconda dell’obiettivo della seduta) e condividere pensieri e/o problematiche presenti, in modo tale da poter garantire una continuità una volta iniziata la seduta. Lo psicomotricista presenta il nuovo ambiente ai bambini mostrando i diversi materiali messi a disposizione per loro.

Anticipazione del termine

poco prima del termine del gioco, i bambini vengono avvisati del tempo rimasto a disposizione. Lo psicomotricista li invita a trovare una conclusione per il gioco.

Saluto

al termine dell’incontro ci si ritrova in cerchio per salutarsi con modalità scelta e concordata con i bambini.

Regole

sono concordate insieme ai bambini e verranno ricordate a ogni seduta prima di iniziare.

Stop

alla presentazione di un segnale concordato con i bambini, il gioco s’interrompe. I bambini e gli adulti collaborano per mettere in ordine la stanza di psicomotricità, riponendo ogni materiale utilizzato al proprio posto.